la foto del giorno - La Gialappa’s band svelata da Bellativù
Si è chiusa con tre pilastri della comicità televisiva la terza e riuscitissima edizione di “Bellativù” che ieri sera ha ospitato sul palco di Fiumaretta la Gialappa’s Band in una serata a tratti esilarante davanti ad un grande pubblico di fedelissimi del trio. Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci, i tre “ragazzacci” le cui voci da ormai 25 anni accompagnano svarioni calcistici e fenomeni da reality show, si sono raccontati con la consueta ironia fra aneddoti e ricordi di una lunghissima carriera. “Tutto iniziò quasi per caso con la trasmissione Bar Sport su Radio Popolare alla base della quale c’era la faziosità sportiva nel commentare il calcio, eravamo dichiaratamente di parte. Era il 1985 e l’anno dopo ci fu la svolta con i campionati del Mondo in Messico, il successo fu straordinario e ci chiamò Mediaset proponendoci una trasmissione. Nel 1989 arrivò Mai dire Banzai mentre nel 90’ iniziò l’avventura con Mai dire gol, qualcuno ci disse che non saremmo arrivati da nessuna parte, negli anni gliel’abbiamo fatta pesare a modo nostro”. Unici in Italia a costruire il proprio successo esclusivamente sulla voce ed i contenuti anziché sull’immagine, hanno avuto fra i tanti meriti quello di aver “sconsacrato” un mondo fino ad allora intoccabile come quello del calcio. “Alla Rai –hanno spiegato- ci dissero che sul calcio non si poteva scherzare invece Giorgio Gori ci diede fiducia, era un terreno ancora vergine sul quale abbiamo avuto la fortuna e l’intuito di puntare. I primi a divertirsi erano proprio i giocatori, un po’ meno gli allenatori, compreso Giovanni Trappatoni”. Negli anni grazie all’intuito della Gialappa’s sono emersi talenti come Aldo Giovanni e Giacomo; Antonio Albanese, Crozza, Marcorè, Bisio, Luttazzi e Fabio De Luigi, mentre altri come Claudio Lippi e Simona Ventura si sono rilanciati. “Siamo sempre stati molto attenti a come crescevano i nostri comici –hanno sottolineato loro- la tv stritola i suoi personaggi, li spreme e poi li accantona, noi abbiamo sempre cercato di fare il contrario. Tutti molto bravi, Albanese ad esempio aveva un linguaggio particolare; “Frengo” personaggio nato in pochi minuti, faceva ridere anche quando non parlava, il testo non era fondamentale. In quel periodo non c’erano altre trasmissioni comiche, erano tutti da noi, l’approccio al calcio è cambiato grazie a Mai dire Gol”. Sulla scia del loro successo le trasmissioni si sono riempite di gag e momenti comici e l’attenzione si è spostata allora verso altri campi: “Possiamo dire tutto il male possibile dei reality show ma di fatto ci hanno allungato la carriera. Il Grande Fratello sembrava fatto appositamente per noi, un meccanismo semplicissimo che ha però evidenziato come sia breve la memoria televisiva. La nuova edizione del GF è l’unica certezza che abbiamo in questo momento circa la nuova stagione, anche se ci farebbe piacere veder crescere il progetto Parlomat visibile su Facebook”. Con l’immancabile tormentone scovato per la serata, in questo caso zanzare particolarmente moleste, e la complicità di Antonio Dipollina, i tre “Gialappi” hanno conquistato più volte e senza alcuna fatica gli applausi e le risate della platea con la spontaneità di battute tanto efficaci quanto taglienti. Anche riferite ad alcune trasmissioni: “Di fatto Mai dire gol prosegue su Striscia la notizia, evidentemente non siamo stati bravi a difendere i nostri diritti” o personaggi come la stessa Ventura, con la quale le strade si sono separate dopo che "ha iniziato a festeggiare i suoi miliardi". Ma anche sulle vicende radiofoniche che hanno visto protagonista Marco Santin: “Sono stato cacciato da Radio Due –ha detto- per aver fatto pubblicità alla nostra trasmissione sui mondiali, cosa che hanno sempre fatto tutti, e per aver salutato in onda alcuni colleghi che erano stati tagliati”. Protagonisti irriverenti, mai banali e divertenti di una tv che invece si prende troppo sul serio; chi cambia canale non ha capito nulla.